Tra le bianche viuzze di Monte Sant’Angelo

Il Gargano è una regione della Puglia che offre svariati scenari e spunti di viaggio, uno di quei luoghi tra mare e montagna del quale non ti puoi stufare, perché dietro a ogni angolo c’è qualcosa da scoprire: io vi porto a Monte Sant’Angelo, a spasso tra le sue bianche vie.
Durante la mia permanenza nel Gargano ho fatto base a Rodi Garganico, forse un po’ poco centrale rispetto allo sperone d’Italia, ma da Rodi si raggiunge facilmente qualsiasi località significativa di questa zona, senza doversi privare dello spettacolo naturale offerto dalle spiagge del Lido del Sole.
Tenendo Rodi come riferimento, Monte Sant’Angelo è forse una delle località più distanti che ho toccato durante il mio viaggio, un’ora circa di auto, se non ricordo male, su una strada spesso ricca di curve, ma dalla quale ho potuto godere di panorami davvero unici sulle vallate che segnano questa parte della penisola.

Arrivare a Monte Sant’Angelo
Non ricordo esattamente il momento in cui vidi il profilo candido di questo paese, ricordo che ero incantato dal paesaggio e mi sentii un bimbo quando, dall’alto del monte, scorsi il mare velato dalle nubi che fluttuavano più a valle.
Ancora una curva e la bianche case erano proprio davanti ai miei occhi, piccine, tutte in fila, le antenate delle odierne villette a schiera con dinnanzi un panorama mozzafiato.
Ovviamente non tutto il paese è composto da case in sequenza, ma gli edifici del borgo si compenetrano l’un l’altro con un’uniformità che lascia incantati, mentre a piccoli passi si avanza quasi sentendosi dentro a una nuvola.

Due passi nel borgo
Una delle caratteristiche che mi ha molto colpito di Monte Sant’Angelo è la quasi assenza di automobili, un fattore che aumenta molto la quiete, a tal punto che una passeggiata tre le vie diviene persino rilassante.
Perdetevi dietro ogni angolo e potrete avere la fortuna di trovare piccole botteghe artigiane che producono autentici manufatti unici nel loro genere, come quella del signor Domenico Palena il cui nome molto commerciale, ‘Souvenirs Gargano’, non rende bene la bellezza e esclusività delle sue creazioni.
Dentro il suo piccolo negozietto potrete trovare vere opere d’arte realizzate in legno, cuoio o altri materiali reperiti in loco. Molto particolari sono le maschere di cuoio e i crocifissi intagliati, ma curiosando troverete altre decine di stranezze che stuzzicheranno la vostra voglia di shopping.

Il Santuario di San Michele
Proprio quando sarete stufi di gironzolare senza meta, vi consiglio di cercare il santuario, esatto perché una delle cose che rende famosa Monte Sant’Angelo è proprio il Santuario di San Michele Arcangelo.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, quando lo avrete trovato vedrete davanti a voi una piccola chiesa vicino alla quale sorge una torretta ottagonale, sembra piccola, ma questo è soltanto l’ingresso.
Una visita al santuario è sicuramente più completa se in compagnia di una guida, ma non tutti abitualmente la gradiscono. Questo non è un grosso problema, se non vi interessa conoscere per filo e per segno le vicissitudini di questo luogo sappiate che il suo interno risulterà comunque suggestivo.
Alcune rampe di scale che scendono portano infatti all’interno di una grande grotta, la cui volta fa da soffitto alla grande navata, ai lati si trovano diversi altari tra i quali il più significativo è l’altare maggiore dietro al quale si dice sia custodita la roccia su cui è impressa l’orma di San Michele.
La nostra guida ci spiega che in realtà i ritrovamenti testimoniano che questo era un luogo sacro già in epoca precristiana, probabilmente una necropoli si trovava nel fondo della grotta, lo deduciamo da alcune salme rinvenute col in bocca una moneta, pegno per essere traghettate nell’aldilà.
Con l’avvento del cristianesimo questa grotta naturale venne convertita in luogo di culto, un luogo benedetto dall’Arcangelo Michele che, così vuole la vicenda, comparve consacrandolo e imprimendo la propria impronta nella pietra.
Da quel momento il santuario crebbe e attirò sempre più fedeli, fino a quando non vi giunse San Francesco d’Assisi.
Il frate nella sua immensa umiltà non si ritenne degno di entrare nella sala dove San Michele aveva lasciato il proprio segno, interrompendo la sua visita prima di varcarne la soglia.
Questa vicenda causò confusione nei fedeli che, ritenendosi meno degni di frate Francesco, preferirono smettere di entrare nella grotta.
In questo modo, nel corso dei secoli, essa venne dimenticata e addirittura utilizzata come buco di scarico dei rifiuti della comunità o come fossa comune.
Solo a metà del 1900, e più precisamente nel 1950, durante alcuni lavori, il santuario venne riscoperto, ripulito e reso accessibile.
Esso è uno dei santuari micaeliti che sorgono lungo la linea retta che collega immaginariamente Mont Saint Michel (in Francia) con Gerusalemme e, vista la sua struttura, ci fa pensare che questa volta il migliore architetto sia stata la natura.
Ogni anno migliaia di fedeli si recano qui in pellegrinaggio, come atto di fede oppure per chiedere una grazia o essere liberati dalle forze del male.
Se avrete la possibilità non mancate di visitare le sale del piano inferiore, la parte più antica della grotta, dove oggi è realizzato un museo che ospita un’esposizione di oggetti e manufatti rinvenuti durante i lavori di recupero.
In alcune zone, sulle pareti, è possibile vedere delle antiche incisioni in varie lingue, sono un altro fattore che testimonia l’antichità di questo luogo utilizzato già da popolazioni pagane, inoltre tramite alcune passerelle non sempre accessibili, è possibile salire fino al punto originario in cui si trovava un tempo il segno lasciato da San Michele nella roccia.
Il santuario e le sue sale più antiche sono annoverati tra i beni Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Pausa di gusto a Monte Sant’Angelo
Se pensate che questo paese sia solo fede e souvenirs vi sbagliate, esistono infatti diversi luoghi in cui la buona cucina fa da padrona e dove potrete gustare i sapori di questa terra.
Durante la mia visita, io e il mio gruppo ci siamo fermati a pranzare al ‘Ristorante Borgo Antico‘, un locale che ben si sposa con il contesto di questo paese, realizzato su più livelli all’interno di un’antica cripta della quale si possono vedere ancora i loculi.
Col passare degli anni le grandi sale furono convertite in un forno e successivamente in un’abitazione, finché il proprietario dello stabile ne decise un restauro profondo da cui nacque il ristorante oggi gestito da Pasquale Rinaldi.
La cura dei locali è evidente, ambienti accoglienti e caldi, e il pranzo è stato ravvivato dalla compagnia del proprietario il quale, con grande passione e entusiasmo, ci ha illustrato la storia delle pietanze, del paese e del suo locale talvolta inframezzando con alcuni brani di musica dal vivo o alcuni brevi filmati su maxischermo.
Il menù ha visto sfilare sui nostri piatti tutte portate dagli ingredienti locali e genuini. Come antipasto si è iniziato con bruschette di melanzane e pomodori secchi, seguite dagli affettati locali, una ricotta molto fresca, i crostini con crema di fave e infine una stracciatella di mozzarella che era un’apoteosi di bontà.
La pasta, immancabili orecchiette, era fatta in casa da una signora del borgo e condita con sugo di funghi e carne, di secondo ci è stato servito l’agnello e per concludere una crostata al cioccolato e ricotta accompagnata da fragole e l’ostia ripiena di mandorle caramellate sono state il nostro dolce.
Impossibile non farsi venire l’appetito e così, tra una forchettata e un bicchier di vino, posso affermare che, magari non molto economico, ma un salto al Borgo Antico lo si deve fare.

E infine? Che altro manca secondo voi a Monte Sant’Angelo? Il mare? Ma per quello basta un’ora o forse meno di macchina e il gioco è fatto.

di Gian Luca Sgaggero

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